Roma e il cinema

giovedì 9 novembre 2023

C'è ancora domani, Paola Cortellesi (2023)



Sono finalmente andata a vedere “C’è ancora domani” di e con Paola Cortellesi. Era già stato detto tutto di questo film e per quanto mi fossi astenuta dal leggere commenti e recensioni e avessi cercato in ogni modo di evitare di guardare e leggere le numerose interviste mandate in onda e pubblicate, sono entrata nella sala cinematografica con la sensazione di avere già visto il film prima ancora che le luci si abbassassero. Fortunatamente mi sbagliavo. Per quanto il trailer
avesse fatto in tempo a scavare uno storico che ormai aveva vita propria nella mia testa, il film – bello, commovente, intelligente – è uscito fuori dallo schermo e si è posato sulle file affollate di noi spettatori come una grande e luminosa coperta fatata. E così, da quel pugnello di immagini viste e riviste e dalle frasi involontariamente orecchiate al bar, sulla metro, in ufficio, è balzata sullo schermo tutta la verità dell’omaggio a Delia. Un omaggio a tutte le donne che hanno fatto una vita amara, faticosa, che come lei hanno cresciuto figli, sopportato padri e mariti, sognato antichi amori, sperato vite diverse, senza contare mai nulla nella società. Delia, con la sua magrezza, i suoi zigomi, gli occhi vivi, morbidi e belli, sempre pronta al sorriso, all’ironia, le incarna tutte, le rappresenta, le racconta. Delia che accetta senza lamentarsi la sua condizione, senza mai perdere la grazia, con dignità, sapendo sempre da che parte stare, con la schiena dritta e lo sguardo fermo. Delia che risponde a tono anche se poi la paga cara ma non è una ribelle, semplicemente vuole dire la sua perché sente di averne il diritto. Delia che aderisce con naturalezza al suo ruolo ma non abbassa gli occhi, non tradisce se stessa, preferisce un occhio nero alla vergogna di non riuscire a guardarsi allo specchio. Delia che ingoia l’amarezza e scrolla le spalle, serbando gesti di gentilezza nonostante tutto. Che deciderà di fare un passo in più solo quando si renderà conto che è necessario per il bene della figlia, perché non tollera l’idea di passare su questa terra senza lasciarle un’eredità preziosa anche se intangibile. Il cammino sarà lungo – lo è ancora – ma quello che conta è fare il primo passo. E Delia lo fa, con l’incrollabile fiducia nella vita che la caratterizza e che ce la fa tanto amare.

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