Roma e il cinema

giovedì 9 novembre 2023

Io capitano, Matteo Garrone (2023)



“Io capitano”, l'ultimo film di Matteo Garrone, ha il dono di coinvolgere lo spettatore in modo totalizzante dal momento in cui comincia – con la lunga sequenza in cui il giovane protagonista si sveglia in Senegal, nella sua casa sovraffollata e rumorosa, piena di sorelle che giocano e parlano a voce alta – fino alla scena finale, di cui non dirò nulla perché la fine non è affatto scontata e nel caso siate riusciti miracolosamente a non scoprirla nel frattempo, non voglio certo essere io ad anticiparvela. Tra questi due poli, uno intriso di caotica tenerezza, l’altro di pura adrenalina, scorre una storia che è come un fiume, denso di contenuti concreti, di immagini crude che pesano come macigni, ma anche di immagini oniriche colorate e leggere che fanno rifiatare l’anima del ragazzo, e un po’ anche la nostra. Garrone, lo ricordiamo, ha girato film come “Dogman”, “Il racconto dei racconti”, “L’imbalsamatore”, “Pinocchio”, “Gomorra”, in cui la sua personalissima vena immaginifica e poetica era esaltata dalla crudezza di una narrazione vivida, potente, a tratti quasi iperrealistica. In “Io capitano” mi è sembrato di cogliere, oltre alla commistione di tutti gli elementi che continuano a caratterizzarne lo stile, un intento di denuncia più spiccato, più netto. Lo spettatore non viene più soltanto accompagnato alla scoperta di un mondo, ma viene profondamente coinvolto sul piano etico. Poesia e denuncia si alternano in una ballata che ci scuote fin nelle viscere, facendoci sentire sulla nostra pelle tutto quello che il ragazzo, che potrebbe essere nostro figlio, nostro fratello, ingiustamente patisce. Un film da vedere, da mostrare, da portare nelle scuole, nelle piazze, ovunque.

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