Roma e il cinema

sabato 30 gennaio 2016

“The Revenant”, Alejandro González Iñárritu (2015)


Avrebbe potuto essere soltanto un film d’avventura basato sulla storia vera di Hugh Glass, un trapper particolarmente coraggioso e tenace che intorno al 1820 sopravvive fortunosamente all’attacco quasi mortale di una spaventosa orsa che difende la sua cucciolata. Avrebbe potuto essere l’epico racconto della vendetta che Glass decide di prendersi dal momento in cui viene tradito dai compagni che gli uccidono l’adorato figlio mezzo sangue e lo abbandonano credendolo morto a causa delle terribili ferite. E già così sarebbe stato un gran film: Di Caprio fenomenale (anche se quasi muto), paesaggi grandiosi, trama ineccepibile, emozioni forti. Ma il regista di “The Revenant” è Iñárritu e così il film ci rapisce e ci fa volare altissimi, tra le cime degli alberi che continuamente vengono inquadrate attraverso lo sguardo silenzioso e straziato del cacciatore di pelli ridotto in fin di vita. E da lassù osserviamo il confronto tutto umano, impietoso e senza retorica, che attanaglia i protagonisti: i cattivi sono cattivi davvero, i buoni non vengono premiati, gli Indiani non sono fieramente belli, il protagonista non è un eroe. Sullo sfondo, a dare profondità e spessore, il respiro spirituale di Iñárritu che regala al film una dimensione in più, dando voce al misterioso mondo delle tribù indiane.

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