Roma e il cinema

venerdì 29 gennaio 2016

“Suburra”, Stefano Sollima (2015)


Premesso che si tratta di spettacolo – un luogo diverso dal cinema d’inchiesta o d’autore -, il film mantiene le promesse. Attori tenuti a briglia corta che danno il meglio di sé, fotografia rotonda e polposa, dialoghi di densa immediatezza. Si respira il senso della fine, scandito da una colonna sonora prepotente e da una pioggia di biblica reminiscenza (non a caso quelli del film sono i giorni delle dimissioni di Ratzinger). Nella galleria dei criminali, talmente veri da sfiorare l’iperrealismo, scelgo il personaggio di Spadino, per quanto anche “Numero 8“ con tutti i suoi tatuaggi e lo sguardo da pazzo. Spadino, un pesce piccolo, stravolto dalla cattiveria e dall'avidità che lo accecano al punto da trasformarlo in preda per i suoi stessi simili. Sullo sfondo c’è Roma, che Sollima ci restituisce magnifica, opulenta, eternamente indifferente alle miserie del male umano.

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